lunedì 30 novembre 2015

compie 116 anni e li festeggia cantando


 "Ho una bella voce. Se volete vi canto 'Parlami d'amore Mariù, la mia canzone preferita". Così Emma Morano, l'ultracentenaria di Verbania che oggi compie 116 anni. "Sto bene, sto bene e finché va così me ne resto qui con voi".
    Oggi Emma ha ricevuto gli auguri del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Papa Francesco le ha impartito una benedizione e le ha inviato il 'testimonium del pellegrino', una placchetta raffigurante i santi Pietro e Paolo svelata per la prima volta dagli archivi della Biblioteca Apostolica Vaticana. Il sindaco di Verbania, Silvia Marchionni, è andata a trovarla, mentre nei giorni scorsi sono arrivati persino dal Giappone: una delegazione dal Sol Levante le ha portato dei biscotti e i saluti di Nabi Tajima, più giovane di lei di un anno.

Emma ha cavalcato tre secoli. E' nata a Civiasco, nel vercellese, il 29 novembre 1899, quando il papa era Leone XIII e in Italia c'era il re e il campionato di calcio era appena stato inventato. La testimone di un mondo senza radio, senza telefonini e senza Internet che oggi si fa fatica persino a concepire. Nella sua casa nel vicolo è seguita dai nipoti e, da pochi mesi, anche da una badante che resta con lei nel corso della notte. Emma era la prima di cinque sorelle, tutte morte dopo avere superato i 90 anni, e di tre fratelli. Sua mamma visse 91 anni, una zia toccò i 101. Il segreto della longevità? Forse verrà decifrato dagli specialisti della Harvard Medical School di Boston, che due anni fa hanno ricevuto un campione del suo Dna. Per adesso ci si accontenta della spiegazione di chi la accudisce: "Mangia poco e non si fa mancare nulla, neppure le sue tre uova crude al giorno".

PAURA PER LA SALUTE DI DINO ZOFF


(ANSA) - TRIESTE, 28 NOV - Paura per Dino Zoff, campione del mondo 1982 e mito del calcio italiano: è ricoverato da settimane in una clinica romana per un 'problema neurovegetativo'. Zoff, nato a Mariano del Friuli, ha 73 anni. Nella lunga carriera calcistica non è stato solo uno dei più grandi portieri italiani ma anche allenatore e dirigente sportivo. E' stato campione europeo nel 1968, il più 'anziano' campione mondiale nel 1982 (40 anni era capitano della nazionale); ha allenato la Nazionale dal 1998 al 2000.

4 GEMELLE NATE DA DUE FECONDAZIONI SIMULTANEE



(ANSA) - MODENA, 29 NOV - Rischia di diventare un 'caso' scientifico la nascita di quattro bimbe gemelle avvenuta venerdì scorso a Modena da una coppia di genitori di nazionalità cinese.
    Il parto tetragemellare sarebbe il frutto di due fecondazioni simultanee: una assistita e una naturale. In pratica la madre 31enne avrebbe partorito due coppie di gemelle: una coppia sarebbe frutto della divisione cellulare di un embrione impiantato clinicamente mentre l'altra coppia di gemelle sarebbe frutto di un normale rapporto.

sabato 28 novembre 2015

BAMBINA SI CHIAMA ISIS. NUTELLA NON FA BARATTOLO CON NOME


(ANSA) - LONDRA, 27 NOV - La bimba si chiama Isis, niente barattolo di Nutella col nome sull'etichetta. E' successo in Australia - riporta il Daily Telegraph - dove l'episodio ha scatenato la reazione infuriata della madre. "Sono arrabbiata perché si rende sporco il nome di mia figlia", ha detto la donna. Di fronte a quella parola, però, il software per la stampa delle etichette si è bloccato. L'azienda ha spiegato che la campagna prevede "l'esclusione delle parole inappropriate, o che potrebbero essere fraintese".

E' MORTO LUCA DE FILIPPO


ROMA - E' morto Luca De Filippo, attore e regista teatrale, figlio del grande Eduardo, pochi giorni fa era stato ricoverato ma subito dopo gli era stato diagnosticato un male incurabile. Luca era nato a Roma nel 1948 dalla relazione tra il maestro del teatro e la soubrette Thea Prandi. I funerali laici lunedì 30 novembre dalle 14 alle 18 al Teatro Argentina di Roma. Stasera un minuto di silenzio in tutti i teatri italiani. 


Le reazioni. "La scomparsa di Luca De Filippo ci priva di un grande interprete della scena italiana, autentico erede della tradizione napoletana capace di portare la sua verve non solo nel repertorio classico ma anche in quello contemporaneo conducendo una vita nel teatro, con il teatro, per il teatro". Così il primo commento, quello del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. "E' stato un artista in grado di cimentarsi in diverse espressioni artistiche - ha aggiunto - esplorando con efficacia anche i linguaggi cinematografici e televisivi". "Quando muore un artista figlio di artisti come Luca, c'è un grande dolore e si rimane senza parole" ha detto Renzo Arbore, mentre Luca Barbareschi lo definisce "un maestro che desidero omaggiare perché con lui se ne va non solo un amico ma anche un leale rappresentante del mondo teatrale, un esempio cristallino di cultura e tradizione, con lui si chiude un periodo, un'era culturale. Ma il suo impegno e il suo grande cuore - aggiunge Barbareschi - resteranno sempre con noi".  Fra le prime reazioni anche quella del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: "Muore un grandissimo maestro del teatro contemporaneo, eccezionale interprete della più illustre tradizione teatrale napoletana". L'ex presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, posta su Facebook: "Un immenso dolore per la scomparsa di Luca De Filippo, figlio di Eduardo e di Napoli. Un bacio". 

venerdì 27 novembre 2015

100 X100 RINNOVABILI DOMENICA A PREGNANA MILANESE

RICEVO E VOLENTIERI PUBBLICO
Carissimi,
siamo a ridosso dell'inizio della ventunesima Conferenza delle Parti ONU sui cambiamenti climatici, la COP21di Parigi.


Il 29 Novembre alle 14 saremo in piazza SS. Pierto e Paolo a Pregnana Milanese, come altri milioni di persone in tutto il mondo, per chiedere di trovare un accordo vincolante che garantisca il futuro dei nostri figli, tutelandoli dai più pericolosi effetti dell'innalzamento della temperatura globale.


100 bimbi lanceranno palloncini biodegradabili con un messaggio di sostenibilità: 100x100 rinnovabili, perché questo è il futuro che vogliamo, senza più combustibili fossili inquinanti, destinati ad esaurirsi e a rendere invivibile il pianeta.

L'Amministrazione comunale di Pregnana è impegnata da anni per fornire un contributo concreto su questo fronte, con la sottoscrizione del Patto dei Sindaci, la realizzazione di un Piano per le Energie Sostenibili e l'educazione dei più giovani al rispetto dell'ambiente.

Combatteremo anche il freddo, con cioccolata calda per i più piccoli e vin brûlé per i più grandi!
Saremmo felici di avervi con noi, per condividere questo importante momento, e l'impegno che ci attende per la necessaria transizione verso un'economia low-carbon.
Un caro saluto,
Max Mauri
(Coordinatore Lista Insieme Per Pregnana e Consigliere Comunale)

AVEVA PREMEDITATO DI UCCIDERLA


(ANSA) - PERUGIA, 26 NOV - Contestata anche l'aggravante della premeditazione a Francesco Rosi, il quarantatreenne accusato dell'omicidio della moglie Raffaella Presta. Emerge dal decreto con cui il gip di Perugia ha fissato per il 27 novembre l'udienza di convalida dell'arresto. Che si svolgerà nel carcere di Capanne. Intanto il gip ha autorizzato i colloqui tra Rosi e il suo difensore, l'avvocato Luca Maori, come chiesto da quest'ultimo. Il legale ha annunciato che nell'udienza di convalida Rosi intende rispondere.

giovedì 26 novembre 2015

VATILEAKS:SPUNTANO GLI SMS HOT DI MONSIGNORE


Sono stati pubblicati i messaggi fra Francesca Immacolata Chaouqui e il monsignore spagnolo,Lucio Angel Vallejo Balda, entrambi rinviati a giudizio nel processo Vatileaks 2. Sms che lasciano poco spazio all'immaginazione, con contenuti torbidi, fortemente espliciti sul piano sessuale. E minacce, intimidazioni per nulla velate. E' il quotidiano Il Giorno a raccontare tutto. Tra la pierre e il monsignore il rapporto era molto stretto, e dai messaggi emerge anche la spregiudicatezza della Chaouqui, che prometteva  ai genitori del premier Matteo Renzi incontri a Santa Marta con papa Francesco (incontri poi mai avvenuti). 
 
"Mia mamma ti porta Silvana... è morbida" - All'epoca della commissione referente vaticana sui tagli di spesa la confidenza tra i due era massima. "Senti - scrive la Chaouqui a Vallejo - ora che vai a San Sosti (il paese in Calabria di cui è originaria, ndr) - mia mamma ti porta da Silvana... è perfetta. Poi mi dici che ne pensi. 36 anni. Morbida". La risposta di Vallejo sembra mostrare interesse: "Hmmmmm".
Scrivono gli inquirenti che il prelato risulta poi essere andato a San Sosti, a casa della famiglia Chaouqui. "Martedì sera viene a casa tua a trombare. Ok?". Scrive diretta la pierre. Poi il 26 aprile 2015 gli intima: "Comunque ora punto su un altro prelato. Ho deciso. Punto su Mistò". Dopo appena un minuto lo incalza. "Silvana vuole trombare. Che facciamo?". "Io no", risponde secco il monsignore. Ma Chaouqui torna alla carica: "Tu sei perfetto, Silvana è morbidissima. Perché non va bene?". "Lassa perdere. È bruta", è la replica.
 
"Lunedì Negroni fino alla morte" - La Chaouqui continua: "Ha detto lo psichiatra che devo farti divertire. Lunedì Negroni fino alla morte". In altre conversazioni emergono altre pressioni. "Se continui a fare di testa tua con noi hai chiuso - minaccia la pierre -. Io sono stanca di farti da badante, se fai casino... con la tua sicurezza e la tua protezione hai chiuso".
 
"Ma perché vuoi abbandonarmi?" - I rapporti tra i due poi iniziano a deteriorarsi. "Io ti conosco. So bene quando vuoi mettere distanze. Ora vuoi mettere distanza perché qualcosa ti fa male o ti dà fastidio. Ma come al solito non me lo dici e ci resto male. Sai quanto ci tengo e ti voglio bene... ma è per te che lo faccio. Ma perché vuoi abbandonarmi?", scrive la Chaouqui. Vallejo per un po' non risponde poi sbotta: "Ho bisogno de un po' de tranquillità. Te priego".
 
"Sei depresso? Scopa, che ti passa la tensione" - Dagli atti del fascicolo con cui il pm vaticano ha ottenuto il rinvio a giudizio del monsignore, emerge poi che la Chaouqui abbia anche promesso ai genitori del premier Matteo Renzi un incontro a Santa Marta con papa Francesco in persona. All'ultimo momento, però, non è andato in porto. La Chaouqui a Vallejo: "Avevo messo mesi a sistemare le cose con la Segreteria di Stato e hai rovinato tutto con quella boccaccia che non sai tenere chiusa. Ora mandi tutto a puttane perché sei triste. Vaffanculo". E lui: "No possiamo promettere quello che no è possibile". Allora la Chaouqui: "Sei depresso? Scopa, che ti passa la tensione".

TENTO' RAPIDA DA DUE EURO. CONDANNATO.



(ANSA) - AOSTA, 25 NOV - Imputato di tentata rapina, Lhamedi Bayadi, di 24 anni, originario del Marocco, è stato condannato a sei mesi di reclusione e a 150 euro di multa (pena sospesa) dal giudice monocratico del tribunale di Aosta Davide Paladino.
    "Dammi i soldi o ti ammazzo!": così, per l'accusa, minacciò, prendendolo per il bavero, un cliente del bar Master G di Aosta che aveva appena vinto due euro alle slot machine. I fatti la sera del 17 novembre 2014.

COPPIA CON FIGLIA E 40 CHILI DI COCAINA: PRESI



(ANSA) - MILANO, 25 NOV - In cambio di alcune migliaia di euro una coppia di incensurati (lui tedesco di 33 anni e lei austriaca di 27), con figlia di un anno al seguito, ha accettato di trasportare 40 chili e 600 grammi di cocaina in auto dai Paesi Bassi a Lentate sul Seveso (Monza e Brianza). E' qui che gli agenti della Squadra mobile di Milano hanno arrestato loro e il destinatario della droga, l'albanese Kleidi Xhaja di 28 anni, incensurato come i due corrieri ma sospettato dagli investigatori di essere un trafficante di buon livello.
Gli agenti hanno ricevuto una soffiata su di lui e così hanno iniziato a monitorarlo. Attorno alle 12.30 di ieri i poliziotti lo hanno seguito da casa, a Lentate, fino a un centro commerciale poco distante, dove ha parcheggiato la propria Lancia e ha preso la Peugeot della coppia carica di droga per tornare all'abitazione. Qui è stato bloccato quando aveva già scaricato nel box gli oltre 40 chili. Trovati inoltre 166mila euro, soldi che si ipotizza servissero per pagare l'anticipo di un'altra partita o saldare una parte del conto, sicuramente non i 40 chili, il cui prezzo si aggira attorno ai 400mila euro.
L'auto aveva un vano segreto ricavato nella carrozzeria sopra la ruota. In manette sono finiti Xhaja, il tedesco Christian F., e la moglie Mirjam A.G.

mercoledì 25 novembre 2015

ASTI. APPARSO IL FANTASMA DI RE UMBERTO II SAVOIA


(ANSA) - ASTI, 25 NOV - Il fantasma di re Umberto II di Savoia sarebbe apparso nell'androne del municipio di Asti, in alcuni uffici comunali e in piazza San Secondo. Ne sono certi due ghost hunter, dell'associazione 'National ghost uncover' di Riccione, oggi ad Asti per i rilievi di una presunta attività paranormale. "Abbiamo ricevuto segnalazioni dell'avvistamento da sette astigiani che ci hanno chiamati" ha spiegato Massimo Merendi.

52 ANNI FA I FUNERALI DI KENNEDY


Esattamente 52 anni fa si celebrava nella cattedrale di San Matthew il funerale di John Fitzgerald Kennedy morto assassinato durante una visita ufficiale a Dallas in Texas. L'ipotesi più accreditata circa la sua morte è quella che vede colpevole Oswald Lee che alle 12:30 (ora legale) sparò tre colpi al presidente uccidendolo. Il problema reale però consiste in diverse ipotesi e controversie che si sono susseguite per anni e restano tutt'ora irrisolte. Perché costui avrebbe dovuto uccidere il presidente? Possibile che un complotto attentasse alla sua vita?
Ma fermiamoci un attimo a riflettere.. Chi era davvero Kennedy? E qual'era la sua politica? E perché avrebbe dovuto infastidire qualcuno?
La politica di Kennedy si può riassumere con l'espressione: ''Nuova Frontiera''. Questo piano politico prevedeva di affrontare innovativamente vari punti tra cui l'economia, i salari, la sanità e la disoccupazione. Ma il punto focale su cui mi voglio concentrare e per cui forse il Presidente fece storcere il naso alle persone sbagliate è la questione della guerra. Nonostante molti libri di storia vedano un Kennedy complice della guerra in particolar modo di quella del Vietnam (che vide morire migliaia di persone) altrettanti lo vedono come contrario. E io, rivedendo alcuni dei suoi pensieri, ritengo che quest'ultima sia l'ipotesi più avvalorata. Un Presidente che non curi gli interessi dei '' pezzi grossi '' non va giù e la soluzione migliore è liberarsene in un modo o nell'altro.
Forse è proprio per questo motivo per cui si discute molto sull'omicidio di Kennedy. È davvero possibile che il suo assassino fosse presente nello stesso istante in tre posizioni diverse e che i colpi sparati dal suo fucile furono quasi contemporanei? L'autopsia del corpo del presidente rivelò infatti che i proiettili provenivano da tre angolazioni diverse e che fecero il loro ingresso quasi in contemporanea nel corpo. Inoltre ben 4 storici su 5, che si interessarono al caso Kennedy, lo videro vittima di un complotto. Altri ancora ritengono l'Intelligence Americana la responsabile. 
L'unica cosa che mi viene da dire è che l'America ha perso la sua innocenza già da tempo e non c'è motivo di stupirsi difronte a tutti gli intrighi che si celano sotto la veste del caro zio Sam. Personalmente, forse nella mia inesperienza, vedo John Fitzgerald Kennedy, come vittima di un complotto basato su meri interessi economici. Alla fine dei conti l'America è nata con una guerra e presumibilmente si inabisserà con essa..

 
Veronica

MILANO. COMMERCIANTE UCCIDE RAPINATORE.


Era un pericoloso ricercato il bandito rimasto ucciso, ieri sera a Rodano (Milano), durante un conflitto a fuoco con un commerciante che aveva sequestrato in casa insieme a due complici. L'uomo, identificato per Valentin Frrokaj, albanese di 37 anni, già noto alle forze dell'ordine e alle cronache per alcuni rocamboleschi fatti di criminalità.
E' caccia per mezzo Nord Italia ai due complici dell'uomo. I carabinieri del Comando provinciale di Milano, che indagano sul caso, hanno esteso la ricerca in tutte le possibili direzioni di fuga, coordinati dal pm di Milano Grazia Colacicco, anche se al momento non è detto che i due siano già lontani. Secondo quanto riferito dall'imprenditore, Rodolfo Colazzo, i tre assalitori parlavano italiano ma avrebbero avuto un accento straniero, forse dell'Est Europa. Non lontano dalla villetta è stata anche trovata una Golf che risulterebbe rubata ma al momento non si hanno conferme che possa essere collegata alla 'batteria' di rapinatori.
Il malvivente è stato ucciso al termine di una sparatoria avvenuta in una villetta a Lucino, frazione di Rodano (Milano). "Non volevo assolutamente uccidere, volevo solo proteggere la mia famiglia", ha dichiarato il commerciante Rodolfo Corazzo agli inquirenti, secondo quanto ha riferito a caldo il suo avvocato,Piero Porciani. Corazzo arriva a casa col proprio motorino poco prima delle 21. Mentre oltrepassa il cancello - secondo quanto egli stesso riferisce ai carabinieri - viene aggredito alle spalle da tre persone, che lo colpiscono con pugni e schiaffi al volto e al collo. Lo strattonano, lo costringono ad aprire la porta di casa e a spegnere le telecamere a circuito chiuso che sono all'interno della sua villetta a due piani, in via Matteotti. I tre uomini sono incappucciati, parlano italiano ma sembra abbiano l'accento straniero.
Rodolfo Corazzo pensa alla moglie e alla figlia di dieci anni che lo stanno aspettando a casa, cerca di essere collaborativo, secondo quando riferisce il suo avvocato, ma una volta dentro casa scoppia il conflitto a fuoco, la cui dinamica ancora non è ancora del tutto chiara. Saranno necessari ulteriori accertamenti, ma sembra che le armi utilizzate nella sparatoria siano tutte di Corazzo, che le deteneva legalmente. Il padrone di casa si occupa infatti di televendite di gioielli e gira abitualmente armato. Dopo un primo colpo sparato in aria dal commerciante, uno dei rapinatori reagisce e risponde al fuoco. A quel punto il malvivente, di una trentina d'anni, viene centrato da una pallottola e muore sul colpo. I suoi complici riescono invece a fuggire e a far perdere le proprie tracce.
"Erano a volto coperto, parlavano italiano - ha detto l'avvocato Piero Porciani, difensore di fiducia di Rodolfo Corazzo - ma con accento straniero e hanno aggredito il mio cliente. Lui ha cercato di collaborare, ha chiesto che non fosse fatto del male alla sua famiglia ed è stato malmenato. Ha sparato un colpo in aria, prima di sparare ad uno dei malviventi per difendersi". Rodolfo Corazzo è stato prima portato in caserma per essere ascoltato dai carabinieri e poi in ospedale per ricevere le cure del caso. Sul posto è giunto anche il comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Canio La Gala. "Stiamo indagando - ha detto - ed è in corso una battuta per cercare i complici fuggitivi".

lunedì 23 novembre 2015

SCARCERATO MANTOVANI.


(ANSA) - MILANO, 23 NOV - L'ex vicepresidente della Regione Lombardia, Mario Mantovani, è uscito dal carcere di San Vittore dov'era detenuto dallo scorso 13 ottobre. Il gip di Milano ha accolto l'istanza di scarcerazione presentata dal suo difensore e ha concesso all'ex assessore alla Sanità, accusato di concussione, corruzione e turbativa d'asta, gli arresti domiciliari. "Ora dimostrerò la mia innocenza", sono state le prime parole di Mantovani, stando a quanto riferito dal suo legale.

MILANO: RACCOLTA GIOCATTOLI USATI PER I BAMBINI POVERI

ORGANIZZATO DA FIAMMA TRICOLORE MILANO. RICEVO E CON PIACERE PUBBLICO. 


domenica 22 novembre 2015

TERREMOTO IN IRPINIA - 2 LE IMMAGINI DELLA STRAGE














35 ANNI FA IL TERREMOTO IN IRPINIA. SPECIALE ORME 1


Chi c'era, quel 23 novembre del 1980 ricorderà per sempre l'ora del terremoto, le 19:34. E cosa faceva in quel momento. A quei tempi i canali tv si contavano sulle dita delle mani e a quell'ora la Rai trasmetteva un tempo di una delle partite della serie A giocate nel pomeriggio. Chi ne aveva approfittato per una gita fuori porta non poté non notare l'anomalia di una giornata calda, troppo calda per quella stagione. La terra tremò in Campania e Basilicata, con epicentro in Irpinia, per circa 90 interminabili secondi.
Un minuto e mezzo che rase al suolo interi paesi provocando circa 3000 morti, 9000 feriti, 300 mila senza tetto e 150 mila abitazioni distrutte, interi paesi isolati per giorni. Oggi, a 35 anni di distanza, il ricordo di quella giornata e delle settimane che seguirono, caratterizzate da uno Stato impotente dinanzi al disastro, incapace di coordinare i soccorsi, tardivi e insufficienti nonostante lo sforzo immenso messo in campo dai volontari, è tutt'altro che sbiadito. Dei 119 comuni irpini, furono 99 quelli che riportarono danni alle strutture.
Il sisma fu avvertito pesantemente anche a Napoli dove la gente si riversò in strada per passare la notte. Il tempo ha placato le furenti polemiche sull'erogazione dei fondi per la ricostruzione e sulle risorse destinate allo sviluppo industriale: complessivamente, per i comuni colpiti di Campania, Basilicata e Puglia, sono stati stanziati quasi 30 miliardi di euro (dati 2011 della Camera dei Deputati). Restano ancora code che riguardano le aree industriali della ex legge 219/81 e i fondi destinati ai Comuni. Ma resta soprattutto il ricordo dell'impegno dei sindaci nella ricostruzione e quello dei volontari di tutta Italia in uno scenario post bellico.
Come resta la scossa data dall'arrivo suoi luoghi della tragedia dell'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini e una prima pagina del quotidiano Il Mattino entrata nella memoria collettiva con l'appello "Fate presto". Oggi, a 35 anni di distanza, dopo sprechi e inchieste, l'Irpinia non conserva se non in minima parte le tracce di quel disastro. Cosi' come la Basilicata dove è stato ricostruito il 90% circa delle abitazioni private (con "punte" del 100% a Balvano, nel Potentino, uno dei centri più colpiti dal sisma con 77 vittime) con un finanziamento complessivo di circa 4.840 miliardi di lire (circa 2,5 miliardi di euro).
Lo Stato mise in campo anche un robusto piano per la realizzazione di nuove infrastrutture e aree industriali, con uno stanziamento di circa 13 mila miliardi di lire (circa 6,7 miliardi di euro): 13 in Campania e sette in provincia di Potenza (Baragiano, Isca Pantanelle, San Nicola di Melfi, Tito, Viggiano, Valle di Vitalba, Balvano - a cui si aggiunge quella di Nerico, a cavallo con l'Avellinese). Nelle aree industriali si insediarono centinaia di imprese (un'ottantina delle quali in Basilicata); molte ebbero vita difficile e ormai sono chiuse senza dare continuità a quel progetto di ricostruzione e sviluppo che il legislatore aveva immaginato per il "cratere" del terremoto e i territori che lo circondavano.
Quel grande sforzo però non è stato completamente inutile: alcune grandi aziende sono tuttora in attività (è il caso degli stabilimenti della Ferrero di Balvano e Sant'Angelo dei Lombardi), altre sono arrivate sulla scia di quei programmi (come la Fiat a Melfi) ma soprattutto in quelle aree industriali, tramontato il sogno della grande industrializzazione delle aree interne, sono tuttora in attività decine di pmi di imprenditori locali.

LA CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO D'ITALIA

A CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO

Il Primo Parlamento del Regno d'Italia    I Senatori del Regno, pur estromessi dall'ordinamento della Repubblica Italiana, ma non decaduti dalla loro qualifica a vita essendo stati nominati al laticlavio per titoli validi sotto qualsiasi regime, prefissisi lo scopo di porre ancora, disinteressatamente, la loro lunga esperienza al servizio della Patria, la domenica 5 giugno 1955, ricorrenza celebrativa della Festa dello Statuto, si riunirono in Gruppo Vitalizio quale detentore legittimo dello spirito insito nella tradizione più pura del Senato del Regno.
    Successivamente, di fronte alla fatale legge di natura limitante il decorso della vita umana, progressivamente riducendosi il numero, ormai esiguo, di questi Senatori, «per non lasciare disperdere quella comunanza di intenti, di principi, di sentimenti che li unì nel tempo in cui essi degnamente servirono i più alti interessi della Nazione», attorno al loro originario nucleo gli stessi Senatori del Regno, con DELIBERAZIONE 11 / 11 /1958, costituirono per cooptazione una CONSULTA MONARCHICA con persone scelte ai sensi dello STATUTO ALBERTINO, art. 33.
la Principessa Maria Gabriella, Aldo Mola e Gianni Stefano Cuttica    Successivamente ancora, l'11 novembre 1965 i Senatori del Regno hanno approvato la DELIBERAZIONE normativa concernente la unificazione del GRUPPO SENATORI DEL REGNO e della CONSULTA MONARCHICA in unico CORPO VITALIZIO, che ha assunto la denominazione di «CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO».
La CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO, sia pure su un piano ridotto per circostanze contingenti, può esprimere ancora qualcosa, se nei suoi componenti sono rappresentati gli eminenti servizi resi alla Nazione. Così, essa si prefigge compiti di esame e di studio di problemi e di questioni di diritto pubblico, di economia, di politica estera ed interna, nell'intento di portare ogni contributo all'avvia mento a soluzione di essi.
Consultori salutano la Principessa Maria Gabriella    Il Consiglio di Presidenza della Consulta, nella seduta dell'11 gennaio 1969, ha deliberato di adottare i seguenti provvedimenti a norma dell'art. 2 del vigente Regolamento:
a) è opportuno che la Consulta faccia udire la sua voce al Paese su pochi ma i più importanti problemi di interesse nazionale, specialmente quelli connessi con le leggi che vengono discusse in Parlamento;
b) a questo fine è necessario potenziare la diffusione dell'organo di stampa della Consulta - oramai giunto al suo decimo anno di attività nel mondo monarchico - e la pubblicazione di saggi, da diramare alle Personalità del settore politico ed economico-sociale, evitando ogni posizione polemica;
c) le Commissioni permanenti della Consulta dovranno preparare ed esaminare gli elaborati predisposti dai componenti delle stesse Commissioni e quindi i risultati trasmessi, per l'approvazione, al Consiglio di Presidenza.
La Principessa Maria Gabriella durante una seduta della Consulta dei Senatori del Regno
     Uno dei suoi storici Presidenti del passato, il Prof. Giuseppe Rigo PAPI, nel discorso inaugurale dell'Assemblea riunita il 23 novembre 1968 per la celebrazione del Cinquantenario della Vittoria di Vittorio Veneto, dopo avere ricordato che «esistono valori umani e sociali, che si chiamano individuo, famiglia, terra d'origine, comprensione dei bisogni altrui, i quali hanno subìto il vaglio di molteplici generazioni», ha affermato che: «malgrado gli ormai lunghi anni, che attraversa il nostro Paese, fra l'incertezza, lo sbandamento, la negazione avventata di tutto ciò in cui si è creduto, questi valori umani rimangono intatti in molti strati della popolazione italiana. In primo luogo rimangono vivi in questa Consulta, per la tradizione che essa rispetta, per gli indirizzi di pensiero che essa persegue. E per ogni italiano acquistano enorme portata. Tenere in vita questi valori, custodirli, difenderli anche attraverso iniziative di cultura, costituisce un compito nobile di questa Consulta che - nei momenti più salienti della vita della Nazione - può anche pronunciare, come ha fatto - al di fuori e al di sopra di qualsiasi interesse di parte - una parola sollecita unicamente del bene del Paese ».
    E pertanto la Consulta ha l'alto impegno di continuare, «nel pensiero e nello spirito il Senato del Regno, fiera di svolgere, senza presunzione e per quanto possibile, la sua opera per il bene dell'Italia». 
(Giulio Toesca di Castellazzo, “La Consulta dei Senatori del Regno”, Roma, 1969)

 Amedeo di Savoia e Alessandro Cremenote Pastorello di CornourL’Unione Monarchica Italiana e la Consulta dei Senatori del Regno hanno da sempre condiviso gli stessi valori e e gli stessi ideali.  A conferma, i componenti della Consulta dei Senatori del Regno sono sono membri di diritto del Congresso Nazionale dell'UMI. La Consulta, seppur più giovane dell’U.M.I., risulta l’Istituzione di riferimento per i monarchici italiani. Per quasi tre decenni ha avuto sede presso la storica sede dell’U.M.I. di via Rasella 155 a Roma e l'identità di obiettivi è stata ribadita nel XII Congresso Nazionale dell'U.M.I.
Oggi la Consulta dei Senatori del Regno è presieduta dal Prof. Aldo Alessandro Mola, insigne storico che tanto ha lavoro ha svolto per la divulgazione della storia anche monarchica, stravolta od emarginata dalla maggior parte dei suoi colleghi.
Fanno parte della Consulta dei Senatori del Regno, oltre a illustri personaggi del mondo della cultura, della scienza, della politica e delle Forze Armate, S.A.R. il Principe Aimone di Savoia, Duca d'Aosta e delle Puglie e le LL.AA.RR. le Principesse Maria Gabriella di Savoia, figlia terzogenita del Re Umberto II, e Silvia di Savoia, consorte del Capo della Famiglia Reale Italiana.

Nelle foto: l'interno di Palazzo Carignano a Torino, sede del primo Parlamento unitario; S.A.R. la Principessa Maria Gabriella di Savoia con il Presidente della Consulta dei Senatori del Regno Aldo Mola e Gianni Stefano Cuttica, Segretario della Consulta; due immagini di una riunione della Consulta alla presenza di S.A.R. la Principessa Maria Gabriella; il Capo di Casa Savoia con il Conte Alessandro Cremonte Pastorello di Cornour, Vicepresidente della Consulta dei Senatori del Regno.

VALERIA. APERTA CAMERA ARDENTE A VENEZIA



L'aereo di stato con la salma di Valeria Solesin, la ricercatrice morta negli attentati di Parigi, è atterrato al 'Marco Polo' di Tessera. Con il feretro c'erano i genitori, il fidanzato e la sorella di quest'ultimo, scesi dal volo proveniente dalla capitale francese.
Ad accogliere la bara c'erano anche il fratello di Valeria, Dario Solesin, il ministro dell'istruzione Sefania Giannini, il presidente della Regione Luca Zaia e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.
Valeria Solesin è stata raggiunta da due colpi durante le sparatorie al teatro Bataclan: uno all'emifaccia sinistra, l'altro, mortale, alla spalla sinistra. Entrambi provenivano dall'alto. Sono le indicazioni che - apprende l'ANSA da fonti bene informate - sarebbero giunte oggi dall'esame sul corpo effettuato all'ospedale di Mestre. La ricognizione esterna della salma, secondo quanto si è appreso, è durata circa tre ore. Un adempimento medico - sono state effettuate anche delle tac - richiesto dalle inchieste aperte dalle Procure di Roma e Venezia sull'uccisione della studentessa a Parigi. La ferita alla spalla sarebbe stata fatale perchè il proiettile avrebbe raggiunto un polmone.
La bara di Valeria Solesin sarà esposta al pubblico domenica e lunedì per l'estremo saluto dei concittadini nell'androne del municipio a Ca'Farsetti, sede del Comune, davanti al Canal Grande. Per la giovane ricercatrice morta nell'assalto terroristico al Bataclan di Parigi non è previsto alcun picchetto d'onore ma solo una attenta sorveglianza gestita dalla polizia municipale che, fino al giorno del funerale, in programma martedì in Piazza San Marco, gestirà la situazione. Secondo fonti del Comune, il feretro sarà prima portato all' ospedale all'Angelo di Mestre dove, su disposizione della Procura lagunare, verrà effettuata una ricognizione. Domani mattina la polizia municipale scorterà il carro funebre dalla terraferma al centro storico lagunare. Con un motoscafo sarà portata a Ca'Farsetti.

CINESI FAN VOLARE DRONE SOPRA LO STADIO MEAZZA : DENUNCIATI



(ANSA) - MILANO, 21 NOV - Due cinesi di una troupe televisiva di un canale satellitare sono stati denunciati e multati per aver fatto volare un drone sopra lo stadio San Siro di Milano.
    Ieri pomeriggio la troupe, composta da 8 persone, è stata sorpresa all'esterno dello stadio mentre realizzava delle immagini per un reality sportivo che andrà in onda sulla emittente cinese Zhe Jiang. Hanno violato l'articolo 1231 del codice di navigazione di Enac.

venerdì 20 novembre 2015

CORLEONESI: "ALFANO DEVE MORIRE"


I carabinieri del Gruppo di Monreale, con l'aiuto di unita' cinofile per la ricerca di armi e di un elicottero, hanno eseguito un'operazione antimafia tra i comuni di Corleone, Chiusa Sclafani e Contessa Entellina, nel palermitano. L'inchiesta, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, ha svelato i nuovi assetti di Cosa nostra nel mandamento dei boss Riina e Provenzano. Le attività di indagine avrebbero scongiurato un omicidio già pianificato.
Alcuni mafiosi arrestati dai carabinieri pensavano di colpire il ministro dell'Interno Alfano, responsabile dell'inasprimento del 41bis. "Dovrebbe fare la fine di Kennedy", avrebbero detto in una intercettazione. "Se c'è l'accordo gli cafuddiamo (diamo ndr) una botta in testa. Sono saliti grazie a noi. Angelino Alfano è un porco. Chi l'ha portato qua con i voti degli amici? E' andato a finire là con Berlusconi e ora si sono dimenticati tutti". "Dalle galere dicono cose tinte (brutte ndr) su di lui", commentano i mafiosi Masaracchia e Pillitteri, riferendosi alle lamentele dei boss carcerati sul ministro dell'Interno. "E' un cane per tutti i carcerati Angelino Alfano", aggiungono. Poi il riferimento a Kennedy, presidente degli Stati Uniti ucciso nel 1993. "Perché a Kennedy chi se l'è masticato (chi l'ha ucciso ndr)? Noi altri in America. E ha fatto le stesse cose: che prima è salito e poi se li è scordati". Nella conversazione i due mafiosi accennano, dunque, alla circostanza che Kennedy sarebbe stato eliminato dalla mafia perché, eletto coi voti dei boss, non avrebbe poi mantenuti i "patti". 
Tra gli arrestati dai carabinieri del Gruppo di Monreale, che hanno azzerato i vertici del mandamento di Corleone, c'è anche Rosario Lo Bue, capomafia già finito in carcere nel 2008, ma poi assolto e liberato, fratello di uno dei fiancheggiatori dell'ultima fase della latitanza del boss Bernardo Provenzano. La Cassazione dichiarò nullo il decreto che aveva autorizzato le intercettazioni a suo carico. L'indagine ha svelato anche il progetto di un omicidio imminente: alcune persone si sarebbero rivolte a Cosa nostra per risolvere problemi legati alla riscossione di una grossa eredità.
L'inchiesta, che è una prosecuzione di due blitz dell'Arma sulle "famiglie" di Corleone e Palazzo Adriano, è stata coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dall'aggiunto Leonardo Agueci. A carico dei sei fermati le accuse sono di danneggiamento, illecita detenzione di armi e associazione mafiosa. Lo Bue, capo carismatico e autorevole, porta avanti una linea d'azione prudente, sulla strada indicata dal boss Bernardo Provenzano. Proprio questo suo modo di condurre le attività del mandamento avrebbe creato non poche fibrillazioni all'interno della famiglia mafiosa di Corleone. Dall'indagine emerge come un altro esponente mafioso, Antonino Di Marco, arrestato nel 2014, da sempre ritenuto vicino alle posizioni dall'altro storico boss corleonese Salvatore Riina, si sia più volte lamentato del modo di gestire gli affari di Lo Bue. Le attività hanno, dunque, ribadito che ancora oggi sussistono in Cosa nostra due anime: una moderata che fa riferimento e l'altra più oltranzista fedele a Riina. Dall'indagine è emerso che la mafia disponeva di un piccolo arsenale di armi nascoste.

ATTENTATI: RIENTRATA DONNA FERITA


(ANSA) - SENIGALLIA (ANCONA), 19 NOV - E' rientrata in Italia Laura Appolloni, la senigalliese di 46 anni rimasta ferita a Parigi nell'attentato terroristico al teatro Bataclan, e operata ad una spalla nella capitale francese. La donna, ha spiegato la madre, si è fermata per qualche giorno da un'amica a Bologna. Dovrebbe tornare nelle Marche domenica. Ad assisterla in questi giorni è rimasto l'amico Massimiliano Natalucci, 45 anni, pure lui di Senigallia, ripartito ora per Belgrado, dove lavora.

MUSULMANO DONA ALTARE E ANGELO PACE A PARROCCHIA


(ANSA) - PORTO VENERE (LA SPEZIA), 19 NOV - Musulmano sposato con italiana cattolica dona un altare e un angelo della pace per la parrocchia delle Grazie a Porto Venere. Protagonista Larbi Sharif, imprenditore marocchino padre di due figli. Ha donato a don Maurizio le opere in segno di amicizia. La decisione di donare l'altare è di mesi fa, quella di regalare l'angelo è arrivata dopo gli attentati di Parigi "Chiedo perdono per quello che hanno fatto. Noi musulmani però non c'entriamo niente con quei terroristi".

SCOPERTA CASA DI APPUNTAMENTO IN CALABRIA


(ANSA) - VIBO VALENTIA, 20 NOV - Aveva fittato in nero miniappartamenti utilizzati come case d'appuntamento da due prostitute con passaporto spagnolo. Un ristoratore di 60 anni, di Vibo Marina, è stato denunciato dai carabinieri per favoreggiamento. I militari hanno fatto irruzione nei due locali, accanto al ristorante, sorprendendo le due donne con altrettanti clienti i quali hanno ammesso di avere preso contatti con loro attraverso un sito internet di appuntamenti. I due locali sono stati posti sotto sequestro.

lunedì 16 novembre 2015

LA VITTORIA NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE. IL BOLLETTINO

il bollettino della vittoria della prima guerra mondiale

L'OCCUPAZIONE DEL GHETTO DI VARSAVIA


Nel Novembre del 1940, quasi 75 anni fa, veniva istituito nella vecchia città di Varsavia quello che oggi viene considerato il più grande ghetto europeo mai esistito. Ignorando il Patto di non aggressione Ribbentrop-Molotov, stretto da Hitler con Stalin nell'estate del '39, i nazisti occuparono la Polonia  infrangendo il patto stretto poco tempo prima e il 1° settembre dello stesso anno soggiogarono il Paese. 
Vorrei fare una riflessione sulla parola “ghetto” e di come spesso erroneamente  si pensi che questa parola abbia origini tedesche. Fu sì la Germania ad esasperare l'istituzione sistematica di sempre più campi di concentramento e di stermino costruiti e operanti durante la seconda guerra mondiale, senza nominare poi i meno conosciuti campi di concentramento russi (“L'arcipelago Gulag”) però, questa parola, ha origini veneziane. 
In origine la zona veneziana assegnata agli Ebrei nel 1500 era denominata in dialetto “ghèto” che significa fonderia. Infatti all'inizio questa parola designava il quartiere delle fonderie che coincideva con quello occupato da persone di origini ebraiche. Il principio del ghetto però è di gran lunga anteriore riconducibile al I secolo a.C quando i romani erano soliti segregare in specifiche aree della città gli ebrei. 
Parallelamente alle attività di oppressione, nella Polonia occupata iniziarono quelle di segregazione e di isolamento della popolazione ebraica. Dapprima la popolazione ebraica venne costretta a indossare un bracciale raffigurante la stella di David e successivamente ad essere completamente rinchiusa all'interno di vari ghetti. Il Ghetto di Varsavia si estendeva su uno spazio di quattro chilometri di lunghezza per circa due chilometri di larghezza.
Al momento della sua creazione la circolazione al suo interno, seppur non completamente libera, non era soggetta a prescrizioni eccessivamente rigide ma progressivamente i soldati tedeschi divennero sempre più severi e brutali. La segregazione vera e propria cominciò nel 1940 in concomitanza ai lavori per erigere un muro che avrebbe separato nettamente popolazione ebraica e non. I lavori ebbero termine il 16 novembre 1940 e le disposizioni del governatore di Varsavia davano via libera al fuoco sugli ebrei che si fossero avvicinati troppo alle mura. Fu solo la goccia che fece traboccare il vaso: da lì in poi non poterono più avere la possibilità di inviare o ricevere posta, non poterono più comunicare con l'esterno... le linee telefoniche e quelle tranviarie furono interrotte. Le condizioni di vita peggiorarono con il passare del tempo, nel 1941 per esempio lo spazio a disposizione degli ebrei fu ulteriormente ridotto e la morte aleggiava ormai indisturbata all'interno di quelle mura. La fame, la malnutrizione, le malattie e i maltrattamenti videro un aumento esponenziale della mortalità tanto che, prima dell'arrivo dell'estate, si registrò una media di 2000 decessi al mese. 
La conferenza di Wannsee tenutasi il 20 gennaio 1942 decretò ufficialmente l'inizio della cosiddetta “soluzione finale della questione ebraica” che prevedeva la deportazione e la conseguente eliminazione sistematica di ogni forma ebrea presente sul pianeta. 
All'inizio del 1943 le deportazioni ridussero la popolazione presente all'interno del ghetto a circa 70'000 persone. Il 18 gennaio un gruppo di operai che vennero chiamati al 'trasferimento' fecero fuoco, con armi contrabbandate, sui loro aguzzini. Venne chiamato un ufficiale delle SS che su ordine diretto di Himmler (comandante delle SS ) ebbe il compito di annientare il ghetto. La battaglia proseguì per tutto il mese di aprile e il 16 maggio venne comunicato a Berlino che il ghetto di Varsavia non esisteva più. I superstiti ebrei vennero deportati nei vari campi di concentramento.
Quello che rimane del Ghetto di Varsavia è solo un opaco ricordo carico di rancori, di paura e di dolore.
VERONICA GABELLI

PRESIDIO FIAMMA TRICOLORE AD AGENZIA ENTRATE

si è svolta sabato pomeriggio la manifestazione-presidio della fiamma tricolore a milano davanti all'agenzia delle entrate di via moscova 2 ecco di seguito alcune immagini del presidio che da sole valgono molto piu di mille parole (foto antonio simone)



SEQUESTRATI 1000 FRANCOBOLLI LSD


(ANSA) - AOSTA, 14 NOV - Nell'ambito dell'operazione 'Il postino' contro lo spaccio di sostanze stupefacenti in Valle d'Aosta, i carabinieri hanno intercettato e sequestrato all'aeroporto Malpensa di Milano 1.050 francobolli di Lsd provenienti dal Canada e destinati ad una casella postale valdostana. I dettagli sono stati illustrati questa mattina in conferenza stampa dal colonnello Samuele Sighinolfi, comandante del nucleo operativo dei carabinieri di Aosta.

sabato 14 novembre 2015

EBREO ACCOLTELLATO. E SE FOSSE UNA STORIA DI USURA?


In questi giorni le pagine dei maggiori quotidiani milanesi grondano di indignazione in merito all'accoltellamento (da condannare senza se e senza ma) dell'ebreo ortodosso alla periferia ovest di Milano che per fortuna sua non si trova in pericolo di vita, ma se la caverà a Dio piacendo con una prognosi di 30 giorni e con un brutto sfregio in faccia. Dicevo che i giornali milanesi,ma anche le radio e le televisioni hanno subito parlato di intifada milanese dei coltelli, e hanno riallarmato il mondo con le solite cose sull'antisemitismo e le solite ricette che oramai conosciamo a memoria. Bene proviamo per un attimo invece ad immaginarci che quest'uomo pure essendo mite, ed amante della famiglia come sostiene oggi sul il corriere della sera il rabbino capo di Milano sia stato accoltellato per altri, ben altri motivi. Che so una storia di usura? Una storia di corna familiari? Un regolamento di conti in seno alla comunità israelitica a Milano? Sarebbe importante che per una volta a fronte di un grave attentato personale come un accoltellamento la comunità ebraica non gridi come al solito al lupo cattivo islamico o antisemita. Ma magari senza usare la propria influenza sui giornali a gridare all'antisemita assassino lasciasse la polizia lavorare in pace per scoprire i veri motivi dell'attentato e per scoprire l'autore (e gli eventuali complici) che da qualunque parte provengano devono essere assicurati alla giustizia e puniti esemplarmente. Ma francamente ne abbiamo le scatole piene di leggere che se si accoltellano due italiani si tratta di un regolamento di conti, se la vittima è un nero o uno zingaro sicuramente si parla di droga e malavita, se si tratta di un ebreo invece è una questione razziale. Ne abbiamo le scatole piene di questo vittimismo israelitico che poi alla fine gratta gratta scommettiamo nasconde una bella storia di usura o semplicemente di corna? Se cosi non fosse, beh, non ci si meravigli, visto quello che loro i signori Israeliani fanno ai palestinesi che per difendersi dalle bombe sono passate dalle pietre ai coltelli. Un passo in avanti? Si dal paleolitico al neolitico. 

OGGI PRESENTAZIONE DELL'AGENDA DEI POETI

SI SVOLGE OGGI POMERIGGIO NELLA SUGGESTIVA CORNICE DEL CIRCOLO CULTURALE ALESSANDRO VOLTA DI VIA GIUSTI LA PRESENTAZIONE DELL'AGENDA DEI POETI 2016 REALIZZATA COME OGNI ANNO DALLE EDIZIONI OTMA DI OTMARO MAESTRINI (NELLA FOTO) L'APPUNTAMENTO PER GLI AMANTI DELLA POESIA E' PER LE ORE 15.30. VI ASPETTIAMO NUMEROSI.
l'editore otmaro maestrini